FENOMENO SAT

“FENOMENO SAT”
da 80 anni a questa parte…
Presto accresciuto nell’organico, e costantemente perfezionato con una cura ferrea dell’intonazione, dell’equilibrio e dell’omogeneità delle voci, quel coro è diventato il coro della S.A.T. (Società degli Alpinisti Tridentini), che ha creato un nuovo modo di cantare in montagna e ha fatto scuola in tutto il mondo. Se si riflette che il nucleo dei quattro fratelli Pedrotti, fondatori del coro, già soleva cantare in famiglia e tra amici assai prima di quell’evento memorabile, allora la ricorrenza odierna ci porta di fatto ai primi anni dopo la guerra mondiale, e la cronologia ci aiuta a scoprire il significato dei fatti. Il Coro della Sat è un esempio del detto romano: Graecia capta ferum victorem cepit. Santo Cielo, non è che noi italiani si fosse stati dei vincitori feroci, ma insomma, il trentino-Alto Adige ce l’eravamo conquistato, e adesso di lì la civiltà musicale di dell’impero austro-ungarico , la civiltà di Schubert e Brahms, rifluiva sulle naturali attitudini canore della popolazione, trasformandone le abitudini ed insegnando, a un popolo di cantori da melodramma, le virtù della musica da camera: l’equilibrio, la disciplina, l’omogeneità, il senso collettivo del canto corale nella rinuncia alla sopraffazione, individualistica per amore del risultato d’insieme.
Massimo Mila
( La Stampa 11 gennaio 1976 - recente pubblicazione su TorinoSette per 80 anni coro)
GLI EMIGRANTI, IL LAVORO, LA GUERRA, L’AMORE
Una locandina da concerto di qualche hanno fa, del Teatro regio di Torino, recitava come frase introduttiva alla serata: I canti popolari sono espressioni di vita e, come tali, rappresentano sempre, nei modi più svariati le tradizioni e la cultura della gente che li esprime e che li tramanda attraverso le generazioni. I temi stessi – l’amore, il lavoro. La guerra, la famiglia – sono i più semplici e i più accessibili a tutti, atti a essere facilmente ricordati. Oggi, quando le mutate condizioni di vita e di lavoro hanno di fatto causato la cessazione della produzione genuina di canti popolari, essi costituiscono una fonte inesauribile per la conoscenza del nostro passato, della vita dei nostri antenati.
Scrisse il grande giornalista e musicologo Massimo Mila, in occasione di un concerto alcuni anni fa che “ la sicurezza dell’intonazione di queste fresche voci naturali permette loro di pitturare screziature d’armonizzazione che hanno fondato uno stile del cantare in montagna , sollevato praticamente a dignità di musica d’arte. Che questo stile si mantenga inalterato attraverso il succedersi delle generazioni è conseguenza di studio assiduo, indefesso, che un giorno mi fece parlare di questa istituzione come di un Conservatorio delle Alpi”

La Sat dal giorno della sua fondazione nel 1926 ha effettuato ben oltre i 1000 concerti tra l’Italia e l’estero, anche oltre oceano, come in Canada e negli Stati Uniti. Ha una vasta discografia iniziata dal 1938 con un disco in alluminio inciso a New York via cavo da una trasmissione radio da Milano. Il coro ha rinnovato nel corso degli anni, per ovvi motivi anagrafici, il proprio patrimonio umano. Anche i fratelli Pedrotti hanno abbandonato l’attività, lasciando la cospicua eredità umana, culturale e musicale ai figli di Mario. Uno di questi è oggi Mauro Pedrotti che tramanda la “ricetta segreta” del successo dei canti popolari, alpini e folkloristici nel mondo attraverso una trentina di bravissimi coristi dilettanti (ma…che cantano come dei professionisti, uniti dalla stessa passione comune)
Selezione di recensioni, articoli e commenti a cura di Marco Bertello per l’Idea Felix People
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